Il premio Carlo Scarpa a Maria Andaloro e agli archeologi della Tuscia per i restauri in Cappadocia

Da quindici anni i ricercatori dell'Università viterbese con l'ideatrice della missione restaurano chiese rupestri in Turchia


redazione Modifica articolo

23 Ottobre 2020 - 20.30


È da quindici anni che un gruppo di archeologi dell’Università della Tuscia è impegnato in scavi e nel recupero e restauro di alcune chiese rupestri della Cappadocia, angolo incantato della Turchia. Le ricerche sono state coordinate da Maria Andaloro che riceverà, per questo, il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino.

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Per comprendere il lavoro svolto dall’équipe dell’ateneo viterbese bisogna sapere che il territorio nel quale hanno operato è grande quanto una provincia del Lazio, ci sono più di trecento chiese, duecento sono quelle completamente dipinte. La speranza di Maria Andaloro è quella di trovare, magari, altre chiese rupestri non ancora conosciute.

 

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“In queste chiese si narra soprattutto la vita di Cristo – dichiara l’archeologa all’Ansa –  aneddoti dei Vangeli apocrifi, l’Apocalisse, in un moltiplicarsi di episodi, anche festosi, che rivestono la roccia come una seconda pelle. Quasi un fumetto a puntate”.

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