Il Salone del Libro di Torino all’asta

Il marchio a settembre in vendita se non ci sono cambiamenti. Servono certezze. Il direttore Lagioia: “Un giacimento d’oro, le istituzioni lo capiscano”


redazione Modifica articolo

30 Giugno 2018 - 18.47


Il marchio del Salone del Libro di Torino salvo sorprese e cambiamenti a settembre va all’asta. E, ne scrive Sara Strippoli su Repubblica, la manifestazione è nel caos. Il Comune di Torino guidato da Chiara Appendino, M5S, si è da poco sfilato dall’organizzazione confermando il sostegno economico. La Regione Piemonte a guida Sergio Chiamparino (Pd) e il Circolo dei Lettori, che si è sempre battuta in difesa della kermesse del libro, quindi restano soli nell’organizzare la manifestazione per il 2019 con un bando pubblico per organizzare la “parte commerciale” del Salone. Otto dei 12 dipendenti a tempo hanno un contratto di collaborazione di tre mesi. Poi?
Nel frattempo il direttore, lo scrittore Nicola Lagioia, al quotidiano dichiara: “Voglio comportarmi come se tutto fosse a posto. Il Salone del Libro di Torino è un giacimento d’oro. Non posso pensare che le istituzioni non se ne rendano conto”. Il suo contratto andrebbe rinnovato a metà luglio e lo scrittore è già al lavoro perché i tempi per un bel Salone sono necessariamente lunghi. Il presidente del Salone è Massimo Bray.

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