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“Per i morti della Resistenza” di Ungaretti per festeggiare la Repubblica

Nel giorno del referendum che mise le basi della democrazia ricordiamo i versi sui partigiani del poeta morto 50 anni fa

“Per i morti della Resistenza” di Ungaretti per festeggiare la Repubblica

redazione Modifica articolo

2 Giugno 2020 - 10.58


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Cinquant’anni e un giorno fa, il primo giugno del 1970, moriva Giuseppe Ungaretti: è il poeta di versi scolpiti nella memoria collettiva come “mi illumino / d’immenso” o, ricavata dalla tragica esperienza di soldato della Prima guerra mondiale, della lirica “si sta come / d’autunno / sugli alberi / le foglie”.

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Era nato nel 1888 ad Alessandria d’Egitto. Apprezzatissimo commentatore televisivo dell’Odissea, Ungaretti rinnovò alla radice il linguaggio poetico spogliandolo di ogni retorica. Nel giorno che ricorda il Referendum del 2 giugno 1946 in cui la popolazione italiana scelse, democraticamente, la repubblica al posto della monarchia sulle ceneri del secondo conflitto mondiale e sulle macerie causate dal fascismo, citiamo una poesia del poeta che fu senatore a vita: “Per i morti della Resistenza”, dedicata ai partigiani.

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Qui
Vivono per sempre
Gli occhi che furono chiusi alla luce
Perché tutti
Li avessero aperti
Per sempre
Alla luce

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La poesia è tratta da Vita d’un uomo. Tutte le poesie, Oscar Mondadori, edizione 2001 a p 321, 16,00 €, a cura di Leone Piccioni. Ungaretti pubblicò “Per i morti della Resistenza” nella raccolta Nuove 1968-1970.

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