Il curioso processo di Sulmona: causa sull'eredità del poeta Dylan Thomas

Quattro persone rinviate a giudizio su un'eredità legata a uno dei maggiori autori del '900


redazione Modifica articolo

6 Aprile 2018 - 16.34


Il tribunale di Sulmona, in Abruzzo, deve occuparsi di Dylan Thomas, uno dei maggiori poeti del ‘900, gallese in grado di inventare una lingua poetica (inglese, non gallese come taluni scrivono) di estrema fantasia, per quanto complessa.
Morì a new York nel 1953, vittima dell’alcolismo. La moglie Kathleen MacNamara andò nel paesino abruzzese di Scanno dove crebbe Colm Garan, figlio del poeta, e Francesco Fazio, figlio del suo secondo marito (un siciliano) che accusa quattro persone per presunti reati di appropriazione indebita, circonvenzione d’incapace e truffa. L’udienza è il 3 luglio. Il tribunale ha rinviato a giudizio i quattro.

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I diritti d’autore di Thomas sono stimati intorno alle 100mila sterline al mese, per il Trust che li gestisce. La vicenda è intricata e in ballo c’è anche una casa che Kathleen acquistò e dove Fazio crebbe. E lui accusa gli indagati di aver preso illecitamente dalla casa libri, foto, manoscritti (se ci sono, valgono molto), documenti, arredi.
Nel 2012 Colm Garan morì all’ospedale di Sulmona. Aveva 63 anni. Dalla vendita della casa e su chi ha incamerato i soldi è scattata l’azione legale.

 

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