Dare spazio alle parole: l'insegnamento del Futurismo a Monza

Alla LeoGalleries fino al 29 maggio la mostra dedicata ai dipinti di Depero, Baldessari, D’Anna, Marinetti e altri artisti


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10 Maggio 2021 - 16.16


La rivoluzione artistica messa in atto dal Futurismo si basa su elementi fondamentali quali la velocità, il dinamismo e l’intento di allontanarsi dai retaggi del passato. Il movimento fondato da Filippo Tommaso Marinetti, le cui premesse si ritrovano nel “Manifesto tecnico della letteratura futurista” del 1912, usa un’arma potentissima: la parola. Su questo strumento ricadde tutta la fiducia del movimento futurista per sconvolgere un ordine ritenuto antiquato e sconfitto, che non rendeva merito dell’estro che caratterizzava l’anima dei primi decenni del Novecento.

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Sulla pagina scritta le parole si muovono senza vincoli tratteggiando forme e linee. L’emancipazione della parola emerge anche dalle performance nei teatri che sfidano le tradizionali convenzioni, trasformandosi in zuffe tra il pubblico. Mentre nei quadri regna la parola, libera da ogni legame con la sintassi e la punteggiatura e risalta come forma d’arte legittima.

La mostra “Futurismo e Parole”, ospitata dallo spazio LeoGalleries di Monza fino al 29 maggio, è dedicata ai dipinti di alcuni artisti dell’avanguardia del movimento futurista. In mezzo alla quindicina di opere presentate nella mostra e scelte da Daniela Porta e Grazia Casiraghi con la consulenza di Maurizio Scudiero, spicca Fortunato Depero.

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Del rappresentante del secondo futurismo si trova una delle opere dedicata al Caffè Irrera di Messina e due pregiate tavole parolibere a china concepite nella New York del 1930, che rappresentano le montagne russe e “il tunnel dell’amore” nel luna park di Coney Island. Tra le altre opere esposte “Natura morta con Lacerba e Picasso” di Roberto Marcello Baldessari, un dipinto del 1917 sul modello del collage con ritagli della rivista simbolo dei futuristi, che richiama inevitabilmente al grande Picasso e alla sua produzione di papier collé. Di Giulio D’Anna è esposto “Il merlo”: la bocca del volatile assume le sembianze di un cannone che spara parole e “Comunicazione, pubblicità e progresso”, opera del 1934 che raffigura un collage costruito con slogan pubblicitari di aziende italiane. Di estremo valore, infine, le tavole parolibere del 1913 di Marinetti direttamente dal libro “Le mots et liberté futuristes” e l’opera realizzata in china su carta “Futur Alvino” di Mino Delle Site del 1932.

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