La guerra del paese di Cabras per i Giganti di Mont'e Prama

Appoggiato dal Presidente della Regione Sardegna Solinas, il sindaco chiude il Museo delle preziose statue per evitarne il trasferimento per restauro a Cagliari. Il ministro Franceschini prova a rassicurare


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13 Febbraio 2021 - 19.59


La Sardegna sta diventando un campo di battaglia con al centro dello scontro i Giganti di Mont’e Prama, le sculture nuragiche casualmente rinvenute durante alcuni lavori agricoli nei pressi dello stagno di Cabras, a metà degli anni Settanta. La disputa nasce dalla necessità di provvedere al restauro di alcuni pezzi minori del monumento nuragico da parte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari, Oristano e Sud Sardegna alla quale si oppone con tutta la forza la comunità di Cabras per il sospetto che dietro questo restauro si nasconda il progetto di un definitivo trasferimento delle statue. 

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Per queste statue di arcieri, spadaccini e lottatori, scolpite in arenaria gessosa e con un’altezza che varia tra i 2 e i 2,5 metri, c’è una mobilitazione totale del paese per cercare di fermare l’iniziativa della Soprintendenza. In questa direzione il sindaco Andrea Abis ha emanato un provvedimento di chiusura del museo cittadino rendendo così impossibile ogni operazione relativa al trasferimento: “Nessuna garanzia che questi materiali possano poi tornare a Cabras”, spiega il primo cittadino, aggiungendo “soprattutto senza neanche prendere in considerazione la nostra proposta di eseguire a Cabras il restauro in un locale che siamo pronti a mettere a disposizione per fare di questa operazione un’ulteriore attrattiva turistica”.
Il Consiglio comunale di Cabras ha fatto blocco unico con il suo primo cittadino che ha avuto anche l’appoggio del presidente della Giunta regionale Christian Solinas. Nel paese si susseguono manifestazioni di protesta e sono comparsi manifesti e lenzuola con lo slogan #GigantiaCabras e avviata una raccolta di fondi online sulla piattaforma Change.org.

Anche Italia Nostra Sardegna, tramite il presidente Graziano Bullegas e quello della sezioni Sinis Cabras Oristano, Anna Paola Camedda, chiede di soprassedere al trasferimento deciso dalla Soprintendenza diretta da Maura Picciau e di aprire un tavolo di discussione con questa raccomandazione: “Esortiamo l’amministrazione di Cabras a definire il progetto del parco archeologico, a rendere disponibili gli spazi logistici nel museo ‘Marongiu’, attualmente in fase di ampliamento per consentire la delicata gestione del restauro, della sua fruizione e successiva esposizione definitiva”.

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Puntuale la rassicurazione dell’appena rinominato ministro per i beni e le attività culturali Dario Franceschini: ”Siamo consapevoli dello straordinario valore del complesso scultoreo di Mont’e Prama, e del profondo legame con la comunità, per la quale rappresenta una grande opportunità di sviluppo – dichiara in una nota – Non so come sia possibile immaginare che una volta restaurati non ritornino a Cabras: sarebbe in contraddizione con tutto il percorso promosso dal Ministero negli ultimi anni. Abbiamo stanziato 3 milioni di euro al Comune di Cabras per fare un nuovo museo proprio per ospitare i Giganti e sottoscritto un accordo di valorizzazione che punta a promuovere il Sinis e a riportarvi la quasi totalità dell’intero complesso scultore. Accordo nel quale si indica l’obiettivo di istituire una Fondazione, non a caso lo strumento più inclusivo e condiviso con il territorio che abbiamo a disposizione, poiché prevede la partecipazione del Comune e della Regione. Un progetto sul quale vorremmo ripartisse il dialogo con il Sindaco e il Presidente della Regione, per darne rapida attuazione”.

Chissà se sarà sufficiente a placare gli animi dei cabraresi che avrebbero voluto fare il restauro in casa propria!

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a cura di M. Cec.

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