Con quel genio ribelle di Bruno Munari l’arte si può toccare: scopri dove

Il museo Omero ad Ancona accosta il designer al modello educativo della Montessori, il centro Trevi a Bolzano espone lavori dell’artista


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17 Febbraio 2020 - 20.03


Tra le figure più geniali, eterodosse e fantasiose che la modernità italiana del ‘900 abbia generato va incluso per meriti, originalità e una profonda leggerezza Bruno Munari: milanese ed esponente di una Milano illuminata e colta, nato nel 1907 e morto 1998, fu designer, pittore, scrittore, creatore di forme fantasiose, attento alla produzione industriale e convinto sostenitore di un design di qualità alla portata delle vite di tutti noi e non solo di un’élite. Aveva un occhio di riguardo anche per i bambini e creò laboratori d’arte per insegnare il linguaggio visivo, per educare lo sguardo e il pensiero. Tutto questo per registrare con piacere che al momento sono in corso due appuntamenti espositivi intorno a Munari: ad Ancona e a Bolzano.

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“Toccare la bellezza” ad Ancona
Il Museo tattile statale Omero nella settecentesca Mole vanvitelliana nel porto del capoluogo marchigiano insieme ai monumenti e sculture in replica che vedenti e non vedenti possono toccare per comprendere come sono fatti fino all’8 marzo ha una mostra decisamente al di fuori dei consueti schemi e che il designer avrebbe apprezzato: “Toccare la bellezza. Maria Montessori Bruno Munari”. L’esposizione è promossa e organizzata dal museo intitolato al poeta cieco e dal Comune, con la Fondazione Chiaravalle Montessori e l’Associazione Bruno Munari e, avverte la nota stampa, parte da una doppia domanda: “È possibile percepire, riconoscere ed apprezzare la bellezza anche tramite il tatto? E se si volesse promuovere questa consapevolezza estetica” e rivolgersi a tutti senza discriminazioni, come fare? Ecco: gli organizzatori affiancano la lezione della pedagogista e lavori di Munari perché “entrambi, pur muovendosi in ambiti assai diversi, si sono posti queste stesse domande”.
In un allestimento suddiviso per temi curato da Fabio Fornasari e con anche ambienti interattivi, “Toccare la bellezza” raccoglie un centinaio di opere e lavori editoriali di Munari perché l’artista, avverte sempre il museo, ha sempre prestato molta attenzione alla “multisensorialità” e in particolar al tatto (quindi non solo alla vista) e ha usato “a livello artistico una grande quantità e varietà di materiali naturali e industriali anche a fini pedagogici”.
Di Maria Montessori la mostra riassume il modello educativo, viene ricostruita un’aula montessoriana, propone materiali educativi soprattutto quelli che riguardano l’educazione dei sensi e la mano che lei considerava “l’organo dell’intelligenza”.

Munari in movimento a Bolzano
Il Centro culturale Trevi – La piazza della cultura nella città alto – atesina, con l’associazione culturale Teatro Pratiko nella mostra “Munari – In movimento”, espone fino al 29 febbraio “Macchine a struttura flessibile” e lavori del cinema sperimentale dell’artista a cura di Miroslava Hajek e Manuel Canelles.
La mostra propone i “flexy”, oggetti flessibili ideati negli anni ’60 come “opera d’arte interagibile, che cambia la forma senza cambiare le misure”, e l’installazione “Concavo convesso”, una sorta di architettura mobile che rende il passaggio del visitatore “un’esperienza sensoriale, emotiva completa”, scrive in una nota la storica dell’arte Miroslava Hajek.
La mostra è la prima parte di un progetto più completo al Centro Trevi che avrà una seconda fase a luglio esponendo altri lavori di Munari realizzati negli anni ‘50.
Accompagnano queste iniziative dei laboratori indirizzati a scuole, allievi e insegnanti, a enti, musei e altro insieme a “Gruppo immagine – associazione per la ricerca sullo sviluppo del pensiero divergente in età evolutiva inaugurata da Bruno Munari nel 1986”

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