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LʼAquila ritrova le sue Anime Sante: nel 2009 la cupola crollò in diretta

Restaurata la chiesa molto amata dai cittadini. Parlano i tecnici. Ricostruita la cupola del Valadier: una cicatrice ricorda il terremoto. Beni culturali: ancora pochi architetti

LʼAquila ritrova le sue Anime Sante: nel 2009 la cupola crollò in diretta

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6 Dicembre 2018 - 10.37


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LʼAquila ha ritrovato le sue Anime Sante. La città pullula di cantieri e di operai, a zone recuperate si alternano vie laterali ancora affollate dai ponteggi a quasi dieci anni dal terremoto, ma in questo freddo giovedì 6 dicembre il Segretariato regionale dei beni culturali dellʼAbruzzo guidato da un anno dallʼarchitetto Stefano DʼAmico riconsegna, restaurata, la chiesa di Santa Maria del Suffragio chiamata delle Anime Sante: si leva in piazza Duomo e si riconosce per lʼinconfondibile nicchia nella fascia superiore della facciata. Una chiesa specialmente cara agli aquilani perché fu eretta dopo il terremoto del 1703 per piangere le vittime di allora: negli ultimi anni, familiari, amici e parenti hanno commemorato gli affetti perduti nel 2009 in una sala adattata a sobria cappella moderna e anonima accanto allʼedificio, ma desideravano raccogliersi in un luogo di culto. Restituire le Anime Sante significa restituire un pezzo di vita civile, non solo religiosa, non solo dellʼarte. E segue il ritorno, un anno fa, della Basilica di Collemaggio.
Dal crollo in diretta alla rinascita
Nei giorni dopo il terribile terremoto del 6 aprile 2009 le scosse proseguivano e telecamere ripresero in diretta il crollo di un pezzo della cupola. Immagini e foto a seguire divulgarono uno sfacelo disperante, macerie su macerie. Difficile immaginarne un recupero. Invece il recupero è arrivato: a quasi dieci anni dal sisma, ricordando che la ricostruzione della città è partita nel 2012 ma è iniziata di fatto nel 2013. La cupola è attribuita allʼarchitetto e orafo romano neoclassico Giuseppe Valadier (1762-1832). Lʼesito del restauro? È ammirevole, perfino in grado di sorprendere: la chiesa è integra, ha recuperato i colori, le decorazioni, gli stucchi e, infine, la cupola, con qualche novità che vi descriviamo più sotto e chissà se farà discutere gli architetti: non è escluso.
Con unʼintesa tra Italia e Francia del 2010 il restauro è iniziato nel 2014 e lo hanno pagato con tre milioni 250 mila euro a testa il Ministero dei Beni e Attività Culturali e il governo dei cugini dʼOltralpe. Per la parte architettonica ha guidato i lavori lʼarchitetto Franco De Vitis, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per L’Aquila e cratere, mentre ha seguito il recupero di stucchi e decorazioni la storica dellʼarte Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Abruzzo Anna Colangelo.

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La cicatrice nella cupola e lʼarchitetto
I tecnici non hanno voluto cancellare la memoria della ferita. In modo sottile, il trauma resta testimoniato nella cupola. Dove, aguzzando gli occhi, da terra si nota una linea frastagliata che sembra una sottile frattura ma frattura non è: è un leggerissimo dislivello creato «per restituire il ricordo del sisma» come una cicatrice. Così come la cupola, avverte De Vitis, «non è perfetta e a unʼosservazione attenta lo si vede. Abbiamo ricostruito il 70% circa della cupola. Abbiamo voluto conciliare la memoria con esigenze strutturali di tutta la chiesa affinché resista a forti scosse, è stata la grande scommessa», commenta lʼarchitetto. Grazie alla tecnologia, afferma, hanno potuto consolidare lʼedificio e garantire una resistenza a nuovi terremoti senza che si veda lʼanima interna. «Abbiamo fatto quanto oggi è possibile fare». Lʼarchitetto nei giorni subito successivi al sisma, con le scosse in corso, era tra le pietre crollate, tra quelle pareti. Si comprende come questo lavoro abbia implicazioni umane e psicologiche ben al di là del semplice compito professionale.
I fiori della storica dellʼarte
Anna Colangelo rammenta come sia stato lungo e complesso anche ricomporre le decorazioni, fatte di fiori, fioroni, putti, angeli svolazzanti e stucchi, che imprimono alle Anime Sante il carattere di un barocco dellʼItalia centrale non troppo sfrenato. Nella cupola una parte dei fiori è antica, una parte è nuova pur con le forme antiche ma con colori leggermente diversi. Anche in questo caso, la memoria resta ed è visibile. «La sfida è consistita nel salvaguardare quanto era rimasto reintegrando le parti mancanti», segnala la funzionaria. Dopo il sisma era stato recuperato ogni pezzo recuperabile. Anche in questo caso lʼesito pare impeccabile.

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Pochi architetti
Agli ultimi ritocchi nella chiesa DʼAmico ricorda come il Segretariato regionale dei Beni culturali, con il ruolo di «stazione appaltante abbia altri 200 cantieri per circa 200 milioni stanziati» in Abruzzo. Quando restaurare il vicino Duomo? È un «lavoro da 33 milioni circa ma – risponde – i tempi, tra autorizzazioni e gara dʼappalto che dovrà essere europea, non possono essere immediati». La soprintendente Alessandra Vittorini, architetto, guarda gli operai pulire il pavimento, si congratula con lʼarchitetto e con la storica dellʼarte. Non può fare a meno di ricordare che gli uffici da lei diretti hanno dovuto validare «una massa enorme di progetti per edifici di interesse culturale» per una somma complessiva prossima al miliardo di euro. Per ogni progetto la soprintendenza valuta anche «la congruità economica dei contributi pubblici» a privati e i palazzi di pregio sono a ogni angolo. Chiosa De Vitis: la soprintendenza dellʼAquila e del Cratere ha cinque architetti appena. E lʼetà della pensione per qualcuno si avvicina. Nelle soprintendenze sono arrivati e stanno arrivando gradualmente rinforzi con i vincitori del concorso bandito dal precedente ministro dei beni culturali Dario Franceschini (prima 500, poi altri 500): è qualcosa, non basteranno. Lʼauspicio è che diventino fatto concreto e ottengano via libera le assunzioni annunciate (ma poi ridotte in numero) dal ministro Alberto Bonisoli che partecipa alla riapertura delle Anime Sante. «Stiamo lavorando attraverso il recupero di alcuni fondi Cipe per dotare le strutture territoriali del ministero di personale aggiuntivo», commenta il sottosegretario del Mibac Gianluca Vacca, anche lui all’inaugurazione.

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