L'oscurantismo della Meloni frana di fronte alla cultura del direttore dell'Egizio

A Torino la leader di Fratelli d'Italia contesta lo sconto alle coppie di lingua araba, ma ignora che il museo ha fatto tanti tipi di promozioni


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9 Febbraio 2018 - 18.19


Giorgia Meloni, nell’ambito del suo tour elettorale, questa mattina ha fatto tappa anche al Museo Egizio di Torino, al centro delle polemiche per la promozione che offriva degli sconti alle coppie arabe. La Meloni ha definito l’iniziativa un “razzismo contro gli italiani, poiché un certo buonismo ipocrita sta trasformando gli italiani ospiti a casa loro”.

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Ma la leader di Fratelli d’Italia si è dovuta scontrare con il direttore del Museo Christian Greco: in un botta e risposta, si vede come il direttore, sceso in strada in prima persona, ha detto: “siamo il primo Museo archeologico in Italia” e ha consegnato alla Meloni un volume con la storia dell’istituto, e ha aggiunto: “io faccio tutto, accolgo i senzatetto,  vado negli ospedali. Abbiamo la più grande collezione dopo Il Cairo e siamo l’unico paese a cui l’Egitto non ha fatto motivo di restituire la collezione, che tra l’altro non è italiana”.

“Con questa promozione”, ha detto poi Greco, “vogliamo avvicinare delle persone che proprio in Egitto non si sono avvicinate al loro patrimonio. Il museo è di tutti. Non riceviamo finanziamenti pubblici. Il museo appartiene a tutti, alla città: siete voi che state usando in maniera politica questa cosa”.

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In una nota il museo aggiunge, onde qualcuno volesse ancora speculare e dare informazioni sbagliate: “la promozione destinata a chi parla arabo non ha alcuna connotazione religiosa né politica e si inserisce in un più ampio progetto di inclusione sociale, denominato “Il Museo fuori dal Museo” che prevede il coinvolgimento di università, scuole, carceri, ospedali e comunità straniere”.

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Christian Greco ha ricordato che l’Egitto è il paese arabo più grande al mondo e da lìprovengono le collezioni: “il Museo Egizio ha l’onore e l’onere di custodire un patrimonio culturale che è di tutti la cui accessibilità è una priorità e una precisa responsabilità di chi lo gestisce, in piena ottemperanza all’art. 9 della Costituzione Italiana”.

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