Pompei, aperte al pubblico dopo il restauro tre nuove domus

Un simbolo di riscatto. È questo il segno della svolta culturale che riguarda Pompei, che grazie ai fondi europei e del ministero sta portando a nuova vita l’antica città romana che tutto il mondo ci invidia.


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23 Dicembre 2017 - 13.46


di Roberto Arduini

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Un simbolo di riscatto. È questo il segno della svolta culturale che riguarda Pompei, che grazie ai fondi europei e del ministero sta portando a nuova vita l’antica città romana che tutto il mondo ci invidia.
«Quando ho cominciato il mio percorso Pompei nel mondo era simbolo di difficoltà, oggi è simbolo di riscatto e di utilizzo efficiente dei finanziamenti europei. Qui vi è un continuo fiorire di iniziative e un aumento consistente delle presenze. È una bella storia italiana di cui dobbiamo tutti essere orgogliosi», ha detto il ministro dei beni, delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini agli scavi di Pompei in occasione dell’apertura di tre domus di recente restauro. Si tratta di Domus con Botteghe, la Casa del Triclinio all’aperto, la Casa del Larario Fiorito e la sezione pompeiana della mostra Pompei@Madre.
Riportati parzialmente alla luce negli anni Cinquanta da Maiuri, questi edifici furono indagati in maniera completa soltanto alla fine degli anni Ottanta. Le tre Case si trovano nel settore sud-orientale della città antica, nelle immediate vicinanze di Porta Nocera, uno degli accessi alla città, nonché passaggio privilegiato di quanti dal suburbio affluivano a Pompei per assistere agli spettacoli nel vicino Anfiteatro.
Insieme al ministro Franceschini erano presenti il direttore generale Massimo Osanna, il direttore generale del Grande Progetto Pompei, Luigi Curatoli, insieme con i restauratori ed i tecnici che collaborano alla rinascita della Città antica.
«Nel 2017 sono stati registrati 3 milioni e mezzo di visitatori, un milione in più rispetto allo scorso anno – ha sottolineato Franceschini – Adesso il nostro impegno si concentrerà su tutto ciò che sta intorno agli scavi archeologici. È necessaria che vi sia una crescita, che possano nascere alberghi, attività, strutture di accoglienza, sempre ovviamente in maniera rispettosa e sostenibile».

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