Scoprite il lato sconosciuto di Kerouac: dipinti e disegni in Italia

Il museo Ma*Ga di Gallarate dal 3 dicembre raccoglie l'opera pittorica e grafica dell'autore Beat insieme a foto sui suoi compagni di viaggio Allen Ginsberg, William Burroughs e Fernanda Pivano


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8 Novembre 2017 - 18.17


On the Road su carta e su tela e con dipinti che ricordano l’Espressionismo Astratto newyorkese. Il museo Ma*Ga di Gallarate (Varese) allestisce dal 3 dicembre al 22 aprile 2018 la prima ampia retrospettiva italiana sui dipinti e sulla grafica di Jack Kerouac con 80 tra dipinti e disegni più foto di Robert Frank ed Ettore Sottsass sulla Beat Generation di cui l’autore di poemi come Mexico City Blues fu un’incarnazione totale. Tanto è vero che la mostra si intitola Beat Painting.

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«Dipingo solo belle cose. Uso vernici da pareti e colla, uso il pennello e le punte delle dita. In pochi anni potrei diventare un pittore di primo piano. Se lo voglio. E quando potrò vendere i mie dipinti potrò comperarmi un pianoforte e comporre musica. Perché la vita è una noia», disse il narratore e poeta sulla sua pratica pittorica chiosando con una frase che curiosamente in Italia ricorda Franco Califano, figura agli antipodi dal Beat.

La mostra è curata da Sandrina Bandera, Alessandro Castiglioni ed Emma Zanella, è organizzata dal museo di Gallarate con il Comune e inserisce i dipinti dai colori accesi e dalle forme movimentate nella tradizione della cultura visiva americana, in un confronto con gli altri autori Beat, da Allen Ginsberg a William Borroughs, con la pittura informale e con la Scuola di New York (quella di de Kooning per intendersi) a cui Kerouac si avvicinò a metà degli anni ’50. «La forza di queste opere – scrivono i curatori – risiede soprattutto nell’identità totale che Kerouac seppe condensare tra vita, produzione letteraria e ogni altra espressione creativa come la musica, il canto, la poesia, il cinema».

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Finora i dipinti e i disegni di Kerouac hanno circolato poco. Li hanno esposti musei come il Whitney Museum of American Art di New York, il Centre Pompidou di Parigi e lo ZKM di Karlsruhe, sono rimasti per decenni a Lowell (Massachusetts), città natale dello scrittore, nel lascito testamentario gestito dal cognato, John Sampas, e in seguito ceduto a collezionisti privati che – dicono le note stampa – fanno capo al Rivellino LDV, Locarno (Svizzera).

Insieme al ciclo delle opere grafiche e pittoriche e ritratti di personaggi quali Joan Crawford, Truman Capote, Dody Muller o il Cardinal Montini, la rassegna indaga sui rapporti intensi tra Kerouac e l’Italia proponendo foto scattate da Robert Frank e dall’architetto e designer Ettore Sottsass alla moglie Fernanda Pivano (colei che fece scoprire al nostro Paese la Beat Generation), ad Allen Ginsberg e a Kerouac. Inoltre il museo propone un progetto inedito del regista Peter Greenaway sull’autore di On the Road. In video si vedranno un’intervista di Fernanda Pivano a Kerouac, prestata da Rai Teche, e Pull My Daisy (1964), cortometraggio (30 min.) sceneggiato da Kerouac, diretto da Robert Frank e Alfred Leslie, e recitato da Allen Ginsberg e Gregory Corso. Il catalogo edito da Skira vuole essere anche materiale di studio su Kerouac pittore.

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Finanziano la mostra Ricola, Heritage Art Foundation e Fondazione Cariplo in collaborazione con il Rivellino LDV.

 

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Kerouac. Beat Painting. Gallarate, dal 3 dicembre 2017 al 22 aprile 2018.
Museo Ma*Ga, Gallarate, Tel. +39 0331 706011
info@museomaga.it, www.museomaga.it

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